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LA MOSCAROLA

testimonianze della tradizione popolare veronese

La cultura della tradizione orale inevitabilmente subisce storture, ma soprattutto viene dimenticata. Questo libro è il contributo che noi associazione "Il Canzoniere del Progno" abbiamo scelto per mettere in salvo un vasto patrimonio che appartiene a tutti e che rappresenta un autentico spaccato di un mondo che rischia di cadere nell'oblio, rimpiazzato da una modernità che spesso ci impedisce di riconoscere il vero benessere del singolo e dell'intera umanità.
Nostalgia? No, la nostra è una lotta perché entri nella letteratura anche questa cultura nelle sue varie espressioni: arte, artigianato, linguaggio, scienza ed esperienza. Uno stile di vita basato sui rapporti umani, sul lavoro, sulle consuetudini e su un profondo legame con la terra, vissuto con arguzia, autoironia, forza e determinazione, ma anche con un senso di serena accettazione della vita nei momenti più tragici.

 

Per ascoltare alcuni brani della tradizione popolare >>>

 

 

Il libro contiene un'ampia raccolta che spazia dalle filastrocche ai giochi, dalle preghiere alle credenze, dai proverbi alle usanze, dai canti ai racconti di vita tramandati oralmente dai nonni ai genitori e dai genitori ai loro figli di generazione in generazione arrivando fino a noi.
Per questi motivi abbiamo scelto di intitolare il libro "La moscarola", proprio come il contenitore che era presente nelle case di campagna prima dell'avvento dei frigoriferi e che aveva lo scopo preciso di conservare e proteggere i cibi dalla contaminazione.



Periodico di Illasi La Piazza - Dicembre 2017


Le trascrizioni dei testi sono il più possibile aderenti alle testimonianze orali raccolte. Gran parte del materiale infatti è registrato in formato audio e salvaguardato, la qualità è andata migliorando negli anni grazie all'evoluzione degli strumenti audio e informatici. Sono presenti anche alcune trascrizioni solo cartacee salvate magari durante un incontro casuale con un informatore o quando, agli inizi della nostra attività, ancora non avevamo maturato la consapevolezza e l'importanza di conservare la testimonianza registrandola. Gli informatori sono per lo più anziani ultra settantenni nati e lungamente vissuti nel Veronese.
La ricerca è un lavoro lungo e non semplice che svolgiamo da quasi trent'anni contattando gli anziani presenti nel nostro territorio, i quali dopo l'iniziale riserbo ad aprirsi, col susseguirsi degli incontri raccontano con sempre più spontaneità e a volte con vanto e fierezza le loro esperienze e conoscenze passate. Dalla memoria dei molti anziani incontrati abbiamo imparato canti, racconti, filastrocche, preghiere, fole, di sicuro frutto di un percorso orale e quindi conosciuti anche in luoghi lontani, ma sentirli da loro, qui nel nostro territorio, ci rendeva e ci rende orgogliosi.
Ci fa sentire parte della poca storia scritta tra queste valli, interlocutori privilegiati della memoria popolare. A tutti gli informatori incontrati nel nostro cammino va il nostro ringraziamento, per l'eredità che ci hanno affidato, prezioso tesoro che desideriamo condividere e divulgare.
Siamo stati piacevolmente sorpresi e soddisfatti quando, dopo aver trascritto le numerose ore di registrazione, ci siamo resi conto dell'ampia della grande quantità di materiale che avevamo raccolto, maturando così la decisione e la consapevolezza che era doveroso valorizzarlo e divulgarlo, oltre che con gli incontri-spettacolo che abitualmente svolgiamo in varie sedi, anche trascrivendolo, su un libro.

Parte del materiale è stato infine raccolto dagli alunni che incontriamo durante l'attività educativa e divulgativa che da qualche anno alcuni di noi svolgono presso le scuole primarie.

Dall'ascolto delle interviste abbiamo estratto quello che ci sembrava più significativo.

 


© di Carlo Malacchini

 

Degli argomenti contenuti in ogni capitolo si potrebbe scrivere un intero libro, abbiamo scelto di inserire una serie di testi che spontaneamente si susseguono fornendo un quadro generale del mondo contadino di oltre un secolo fa.
Si inizia parlando del calendario agricolo con usanze, credenze e il lunario che fortemente ha condizionato l'attività umana per poi passare a scrivere della casa e di quello che in essa avveniva, della cucina, della camera da letto, della stalla e del filò, per poi raccontare della vita e del movimento che c'era intorno alla piazza del paese. Inevitabile quindi parlare dei lavori, alcuni dei quali ormai scomparsi e dell'emigrazione.
Bastava una grandinata a mettere in crisi l'economia familiare e spesso l'unica soluzione era andarsene temporaneamente nella speranza di trovare una situazione migliore di riscatto e poi ritornare a casa.
Impossibile non parlare della guerra
che pesantemente ha gravato sulla nostra gente costretta a separarsi senza sapere se avrebbe potuto ancora rivedersi. Il pensiero del soldato era di sopravvivere e di tornare quanto prima a riabbracciare la famiglia, sapeva che i suoi cari cercavano di tirare avanti tra gli stenti, senza ricevere notizie, ma con la speranza che lui ritornasse presto a casa.
Dopo la guerra si ritorna a vivere, c'è la voglia di andare avanti, fra i giovani sboccia l'amore con corteggiamenti, fidanzamenti, matrimoni e l'arrivo dei figli da allevare ed istruire,
della scuola, delle malattie, un ciclo che fisiologicamente si sussegue e si ripete.
Pillole benefiche che consigliamo a tutti di leggere, magari a piccole dosi, assaporandone il gusto un po' tutti i giorni, riscoprendo, attraverso le testimonianze, i valori e i ritmi antichi della società contadina fra la fine del 1800 e la metà del 1900.

 


© di Carlo Malacchini


Il libro vanta un buon numero di canti della tradizione orale
riportandone non solo il testo, ma anche lo spartito che i nostri musicisti hanno sapientemente trascritto su rigo musicale ascoltando le registrazioni: alla tradizione orale appartiene solo la nuda melodia del canto. L'appassionato cantore musicista deve però essere consapevole che l'armonizzazione, l'arrangiamento e le frasi strumentali, pur essendo coerenti con il modo popolare, sono di nostra invenzione anche se facilmente si confondono con elaborazioni di canti arcaici. Sono presenti anche canti d'ispirazione popolare ma inventati da alcuni nostri estrosi musicisti.
Per rendere più facile e immediata la lettura oltre che per rispettare la pronuncia locale e le diverse espressioni dialettali abbiamo deciso di trascrivere i testi ricorrendo il meno possibile ai grafemi, adattando la grafia alla fonetica locale, utilizzando gli accenti solo dove la pronuncia ci sembrava dubbia, eliminando le doppie che il nostro dialetto non conosce ad eccezione della doppia esse. Si è scelto il modello di trascrizione proposto dal Manuale "Grafia veneta unitaria" della Giunta regionale del Veneto (Ed. La Galiverna, Venezia 1995) utilizzando il più possibile i segni della lingua italiana. Gli accenti oltre che sulla "e" o sulla "o", sono posti sulle parole troncate e sulle parole dialettali anche solo per facilitarne la lettura. Al testo non sono sempre aggiunti segni di punteggiatura. Il testo poetico delle canzoni è graficamente distinto dalla discesa a capo ad ogni verso, con un limitato uso delle virgole e altri rari segni. Il punto è usato solo per limitare la strofa che è seguita da una pausa visivamente rappresentata da uno spazio bianco.

 


Folk Bulletin


Abbiamo scelto di non tradurre o modificare le registrazioni, ma di trascrivere in forma diretta il più possibile fedele quanto il testimone/informatore ci ha raccontato utilizzando il suo stesso linguaggio, perché una traduzione in italiano o in seconda persona ne avrebbe fatto spesso perdere il significato. Nella lettura ci si confronta con le diversità che il dialetto
subisce spostandoci geograficamente da zona a zona, varia dalla pianura alla montagna, oppure avvicinandoci alla città o alla vicina Vicenza, oltre che da persona a persona. La testimonianza in dialetto spesso è mescolata a parole in italiano, altre volte invece un gergo che si è emodificato ed evoluto negli anni. Si è scelto di scrivere alcuni testi in italiano perché così ci sono arrivati o perché era prioritario salvaguardare e recuperare il contenuto del racconto più che la parlata dell'informatore.



© di Carlo Malacchini


Di ogni singolo testo riportiamo una breve nota descrittiva oltre che il nome, la località e l'anno di nascita dell'informatore.
Il materiale raccolto lo si può trovare sparso anche altrove, magari con alcune varianti proprio perché proveniente dall'oralità. Di alcune filastrocche, conte, fole, preghiere, abbiamo raccolto varie versioni, ma abbiamo scelto di scrivere quella più nota o quella che magari ci ha maggiormente colpito.
Al libro è allegato un CD con canzoni da noi interpretate ed alcune registrazioni dalla viva voce dei testimoni.
Le fotografie sono tutte di Carlo Malacchini, un appassionato della cultura popolare le cui immagini raccontano in modo immediato e straordinario i vari spaccati della tradizione Veronese, un artista che ringraziamo per la disponibilità, la passione ed il tempo che dedica al nostro territorio ed alla nostra gente.
Molto altro ci sarebbe ancora da trascrivere dalle registrazioni, ci riserviamo di proseguire l'attività di divulgazione anche attraverso facebook, il sito internet e
.



Quotidiano "L'Arena" 13 dicembre 2017

 

Il libro "LA MOSCAROLA" è edito dalla tipografia La Grafica di Vago di Lavagno (VR) - GBE Gianni Bussinelli editore

Per eventuali acquisti:
GBE Gianni Bussinelli editore
Internet Bookshop Italia
Libro Co. Italia

 


Settimanale "Verona Fedele" 14 gennaio 2018

 

Siamo sempre più convinti che la canzone della tradizione orale non può venir strappata dal suo contesto culturale. Ecco allora i nostri impegni:

1 - Gruppo di ricerca e studio;

2 - Incontri con la gente nel proprio ambiente;

3 - Divulgazione del frutto della ricerca.

 

Per contattarci: canzoniere@canzonieredelprogno.it

 

 

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