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Ero un misero disertore


 

Io ero un misero, un misero disertore
e disertavo i' una, i' una foresta
ed un pensiero mi vien - mi viene in testa
di non far mai più 'l soldà.
E vali e monti io traversai
e poi alfine mi adò, mi addormentai
e a la matina mi ri - mi risvegliai
e mi trovai tuto legà.
E mani e piedi mi avevano legato
e a la prigione mi avevan già portato
ed il pretore mi à do - mi à domandato
e per qual fin ò disertà.
E la mi scusi signor, signor pretore
e lei mi scusi de la mancansa mia
sol per vedere papà e la mama mia
e per poterli ancora abrciar.
O babo mio perché, perché sei morto
o mama mia perché non vivi ancora
sol per vedere tuo filio a la tortura
e condanà sensa ragion.

 

Di nostra memoria

 

tratto dal libro "Canzoniere del Progno" edizioni Cierre 1997

 

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