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Le attività: spettacoli a tema

Fra le principali attività del Canzoniere del Progno c'è sempre stata la divulgazione del patrimonio orale delle tradizioni popolari recuperate attraverso le registrazioni effettuate nel territorio del veronese ed in particolare in Valle d'Illasi.

Ogni nostro lavoro attraverso testo, canti e immagini affronta, testimonia e descrive un tema diverso dell'ampia sfera della cultura poolare.

Il materiale raccolto con la ricerca, veniva restituito dal Canzoniere del Progno anche attraverso spettacoli a tema presso biblioteche, teatri, scuole, sedi Auser e ogni altro luogo ritenuto idoneo.

 

 

Si seguito alcuni dei temi e dei lavori che sono stati preparati in quest'ottica:

- Si disegna la figura dell'imbonitore che propina le sue magiche verità ad un pubblico a bocca aperta e con il pensiero sospeso. (Per dare una mano ai sogni).

- Storia che testimonia l'incidente tramviario accaduto in Val d'Illasi nel luglio del 1941 (Tornarà el tranvai).

- Un tempo la gente andava alla fiera o alla sagra del paese e si fermava ad ascoltare i cantastorie, artisti che incantavano il popolo con storie (ballate) che raccontavano e cantavano di dolore e di fatti tragici. Il popolo ha continuato a cantarle in famiglia, a filò, alle feste, ai matrimoni e all'osteria.

- De qua e de là del mar è la storia degli emigranti partiti dalle nostre valli fra la fine dell'800 e la prima metà del '900.

- Seguendo il lunario contadino si arriva alla"fiera dei faméi" a San Martino ricordando e raccontando l'esperienza dei faméi ossia di quei ragazzini inviati a lavorare in cambio dell'ospitalità presso altre famiglie.

- La poesia del doppio senso in uno spettacolo dal titiolo Onta e bisonta.

- Alcuni ragazzi di ieri che, con la freschezza e l'innocenza tipica della loro età, descrivono lo scorrere della loro vita ai primi del Novecento alternati dai saggi consigli dei vecchi che sentono invece tutto il peso e l'esperienza dei loro anni. Una vita che trascorre fra tante avversità, ma è sufficiente inclinare leggermente la "scaléta del puinàro" per avere un orizzonte diverso ed evitare che chi sta sotto rimanga sporcato da chi sta sopra.

- Il duro cammino di due giovani sposi che pur nella precarietà affrontano con tenacia le varie vicissitudini della vita (Siori de soca e de rassa pitoca).

- "Pianpian, pianpiano passarà anca l'àno,ma se passa carneval, l'è zà riva Nadal". Partendo da questo proverbio si intuiscono e nello spettacolo si testmonia la bravura della donna di casa che sapeva sfamare con ingegno e parsimonia la numerosa famiglia da un anno all'altro sfruttando le ben poche risorse alimentari presenti in casa; pochi salami, qualche formaggio, farina, polenta, uova, il brodo di gallina solo per le occasioni speciali, la poca verdura nell'orto o le erbe spontanee nei campi.

 

 

– Ricerca in Valpantena in collaborazione con l’Ass. culturale CI.VI.VI testimonianze di vita focalizzate sul tram che quotidianamente da Marzana andava e tornava fino a Verona (Dai Nina che nemo a Verona... a vedar quei che magna le paste).

– L’acqua e n’acquarolo (Voia o no voia l'aqoa l'è moia) tra Illasi-Cellore-Cazzano-Montorio. Nel tempo e senza tempo con el Progno – la Val Seca – i Conti Pompei e…i diritti sull’acqua.

– Esorcizzando la paura in "Vegna guai ma morte mai"si racconta di come venivano affrontate le varie controversie che la vita da sempre ci riserva, dell'umile dignità con cui la gente cercava di sopravvivere ad esse, ma anche il coraggio di accettarle.

- "Steme a sentir o anime bone, voi darve un consiglio riguardo a le done" è il titolo di un affettuoso tributo alla figura femminile attraverso l'insospettato repertorio di canzoni cosidette da osteria, quando gli uomini cantavano per raccontare a loro modo il rapporto "omo-dona". Un tributo spesso mascherato, sotto traccia, ma leggibile tra le righe anche delle canzoni che sembrerebbero affermare giusto il contrario.

 

 

- L'autoironia nella saggezza popolare ossia l'arte di fare di necessità virtù partendo da un detto popolare che recita: prima de l'inverno fredo no fa, braghe da istà. Dopo l'inverno fredo no fa, braghe da istà.... quindi durante tutto l'anno i ragazzini vestivano sempre con calzettoni e pantaloncini sopra il ginocchio.

- In occasione dei 25 anni del Canzoniere del Progno è stata preparata una rassegna dei canti più noti convividendo l'evento "Vuto che te la conta" con le persone che hanno fatto parte della nostra associazione

 

 

 

 

- L'uomo innamorato ma che comanda … a l'ostaria! Canti e rime in dialetto con "Se la se lassesse basar la me Nineta!".

- Il bene e il male nella vita popolare partendo dal Paradiso e l'Inferno di Frà Giacomino da Verona. "El bon e 'l tristo", in collaborazione con LESSINIAEUROPA.

 

I lavori sono stati presentati presentati con voce in lingua, voce cantastoriale in dialetto, canti, musica e proiezione di foto d’epoca

 

Fino a fine 2019 (data della chiusura dell'associazione), la divulgazione del patrimonio orale che negli anni il Canzoniere del Progno ha recuperato era anche mediante la pubblicazione di libri, articoli su riviste, CD-ROM, il presente sito internet, facebook e attraverso le videostorie su youtube che ben documentano i vari temi della tradizione popolare.

 

 

Ultimo aggiornamento: novembre2019

 

 

 

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